Sviluppo negativi for Dummies – parte 3

On 08/06/2012 by Nicola Focci

“Sviluppo, fissaggio”

Negli articoli precedenti (parte prima, parte seconda) abbiamo coperto le fasi più prettamente preparatorie dello sviluppo. E’ ora di iniziare sul serio, con la terza e la quarta fase del processo: sviluppo e fissaggio.

un po’ di premesse

Lo sviluppo agisce sulla pellicola rivelando l’immagine latente creata dalla luce in fase di scatto (maggiori info qui: La pellicola nell’era digitale).

Esistono vari tipi di sviluppo, ciascuno con le proprie caratteristiche, e in grado di modificare più o meno marcatamente il risultato finale. Essendo ancora un “novizio”, io uso uno sviluppo standard, in grado di dare ottimi risultati ad ampio spettro: l‘Ilford ID-11 (equivalente al Kodak D-76). Suggerisco di fare lo stesso, inizialmente… senza preoccuparsi troppo delle diverse caratteristiche dei prodotti in commercio.

Del controllo della temperatura abbiamo già parlato nel primo articolo della serie. Non solo è importante che il range sia compreso tra 19 e 24°C, ma è anche necessario sapere quale è di preciso la temperatura dello sviluppo al momento in cui lo inseriremo nella tank (versandolo nell’apposito foro). Infatti il tempo di sviluppo dipende dalla temperatura: per fare un esempio, a 20°C la pellicola Kodak TMax 400 si sviluppa in 10 minuti e 15 secondi. Questi tempi sono derivabili dalle tabelle riportate sul bugiardino dello sviluppo stesso, o reperibili in rete. In particolare, questo sito è un vero e proprio database di combinazioni sviluppi/pellicole, molto completo e utile; dispone anche di una “app” per smartphone, molto comoda perché integra un timer sonoro: ce l’ho, la uso sempre, ed è consigliatissima.

Anche se usiamo lo smartphone, conviene prepararsi una bella tabella cartacea di temperature/tempi con step di 1 grado da 19°C a 24°C per quella pellicola (come questa) e appenderla nella stanza dove si farà lo sviluppo: tornerà utile in seguito.

Non è però sufficiente inserire lo sviluppo nella tank: bisogna anche effettuare un’agitazione della tank stessa, per fare in modo che il processo avvenga in modo uniforme. Per “agitazione” non si intende scuotere la tank come se si facesse un mojito (!), ma ribaltarla di 180° in senso orario e poi altri 180° in senso antiorario. Quante volte va fatto? Beh, non esiste una ricetta precisa, perché anche l’agitazione  influisce marcatamente sul risultato finale (in particolare sul contrasto) quindi bisogna trovare la propria. Il punto di partenza può essere il solito ‘bugiardino’, dello sviluppo, o anche della pellicola  che si trova sul sito del produttore: questo ad esempio è quello della Kodak TMax 400 e prevede 5 ribaltamenti da fare in 5-7 secondi totali, ogni 30 secondi, per tutto il tempo di sviluppo. (Vi avevo detto che lo sviluppo dei negativi è un procedimento da seguire continuativamente e senza distrazioni, vero?).

Insieme allo sviluppo (nel medesimo bagnomaria, se necessario) è bene preparare anticipatamente anche il fissaggio. Esistono diversi prodotti in commercio, ma si somigliano tutti… quindi uno vale davvero l’altro.

Anche il fissaggio deve avere una temperatura stabilita, ma è sufficiente che sia in un range di +/- 2°C dallo sviluppo: non occorre essere ugualmente precisi. I tempi di fissaggio sono riportati sul solito bugiardino del fissaggio stesso (di solito 5 minuti). Il bugiardino riporterà anche la possibilità di riutilizzare il fissaggio per più rullini: io, per maggiore sicurezza e comodità di operazione, preferisco gettarlo ogni volta e usarne sempre di fresco.

FASE 3: SVILUPPO

Versiamo la soluzione nella tank, facciamo partire il cronometro (o la “app” sullo smartphone), e cominciamo subito le agitazioni secondo lo schema stabilito. Dopo ogni sequenza di agitazione, è bene battere leggermente la tank sul tavolo per eliminare le eventuali bollicine che possono formarsi sulla superficie del negativo: rimanendo lì, finirebbero per creare simpatiche zone non sviluppate.

“Leggermente” in senso letterale: non è necessario frantumarla sul tavolo!

A metà dello sviluppo è opportuno aprire il coperchio della tank e immergere il termometro nel foro per controllare la temperatura. Essa infatti potrebbe essere salita; e in quel caso bisogna necessariamente adeguare il tempo di sviluppo. Può benissimo capitare – specie in estate – di cominciare con un tempo previsto di 10’15”, e finire a 8’45” perché nel frattempo lo sviluppo è salito di un paio di gradi. Avete preparato la tabella di cui parlavo prima?, ebbene consultatela, e adeguate il tempo di conseguenza.

Circa 10″ prima della fine del tempo previsto, vuotate via lo sviluppo. Questi 10″ servono appunto per compensare il fatto che la pellicola sarà ancora bagnata dallo sviluppo e quindi quest’ultimo continua ad agire anche mentre si svuota la tank.

FASE 4: fissaggio

Versate il fissaggio. Anche per il fissaggio è necessario seguire uno schema di agitazione: mantenete semplicemente quello previsto per lo sviluppo, “battitura” del fondo inclusa.

Terminato il tempo di fissaggio, lo si può vuotare. A questo punto la pellicola è completamente sviluppata, e in teoria la si potrebbe estrarre dalla tank e esporla alla luce senza problemi.

Adesso bisogna “solo” lavarla… e ne parleremo sul prossimo articolo.

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