Consuntivi di fine anno

On 20/12/2012 by Nicola Focci

(Cesenatico, Agosto 2012)

Molte cose sono cambiate da quando ho ricominciato a fotografare con continuità (dopo una lunga pausa).

Erano i primi mesi del 2010, e per me – che in gioventù avevo anche stampato in camera oscura – fu come un nuovo inizio.

Ma digitale, ovviamente!

Era il periodo dei Sabato o Domenica mattina con la reflex, a scattare tanto (troppo), per poi scremare, e mettere quel (poco) che c’era di buono su Flickr.

La ricerca del “posto bello”, della situazione particolare, della fabbrica dismessa, dell’alba e del tramonto, dell’ora blu, degli eventi, delle sagre, dei personaggi…

Sempre nel 2010, Il primo viaggio con un corredo serio a New York: DSLR, quattro ottiche, treppiede… tanta fatica per portarsi dietro quel po’ po’ di roba… Per poi tornare con centinata di foto, tutte da postprodurre e scremare… e ancora Flickr, internet, i primi confronti (molto spesso frustranti) sui forum.

Un anno così, più o meno.

Poi due eventi abbastanza importanti.

Il primo: la decisione di fare un workshop. Un po’ improvvisa e “di pancia”, oltre tutto su un tema che forse nemmeno mi trascinava come pensavo… e fu un’epifania: esperienza a tratti ustionante ed a tratti esaltante, ma che mi ha insegnato molto. Ha cambiato il mio modo di vedere la fotografia.

Il secondo: “IMHO” insieme al mio amico Fabio. Una collaborazione tra due persone che, nonostante le differenze, riescono sempre a trovare la convergenza. Il nostro progetto sul Museo della Memoria di Ustica, momento importante anche a livello personale, molto educativo.

Nel frattempo ero anche tornato al vecchio amore per la pellicola… di soppiatto, con prudenza, quasi con umiltà.

E poi il secondo workshop. Altra esperienza al tempo stesso pesante ed entusiasmante, altra incredibile apertura mentale, altre precedenti concezioni che finivano nel dimenticatoio. Da quel workshop sono uscito con la consapevolezza che fare arte significa metterci qualcosa in più: se stessi.

Ero ormai cambiato.

Altri viaggi (Valencia, Londra) ma questa volta con un corredo molto più minimale, e soprattutto una grossa differenza: la progettualità a monte. Viaggi in cui (la citazione meravigliosa è di Franco Fontana) non ho fotografato per “cercare”, ma per “trovare”. E’ una differenza per nulla sottile.

Certo, non sono in grado di dire se le mie fotografie siano migliorate. A me però piacciono di più… e di sicuro si sono fatte più consapevoli.

Anche questo blog ha subito una certa metamorfosi: Il taglio degli articoli si è fatto meno tecnico e più concettuale.

L’amore per la pellicola è diventato – dopo qualche dubbio – totale: dal solo sviluppo, alla stampa – con l’allestimento della camera oscura. A pensarci bene, sono mesi che il mio scanner langue!

Nello stesso tempo, si è compiuto un quasi totale “disamore” per la presenza in rete che non fosse quella del mio sito: caricamenti su Flickr più sporadici, azzerata partecipazione a qualunque forum che non sia Analogica.it, dedizione totale alla stampa fisica e alla manipolazione reale della fotografia…

Sono passati solo due anni, però mi sembra di aver fatto tanta strada.

Dove mi ha portato?

Ad una idea ben precisa.

E questa idea, adesso, è quella ambiziosa e forte del progetto personale.

Raccontare una parte di me stesso attraverso la fotografia. Rigorosamente “fisica”, chimica, da toccare con mano.

Devo raccogliere un po’ le idee, e forse per qualche tempo sarò meno assiduo nello scrivere articoli (comunque dubito di avere un grosso seguito!).

Ma forse non avrei potuto arrivare in altri posti che qua.

“Nothing is lost, but it can never be as it was”

(“Niente è perduto, ma non potrà più essere come prima”)

Loren Eiseley

 

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