Importanza del soggetto: un insegnamento dalla musica

On 21/05/2013 by Nicola Focci

Mi piace pensare che forme di arte tra loro piuttosto diverse (come la musica e la fotografia) abbiano parecchie cose in comune, tali perlomeno da farmi azzardare qualche paragone (come nel caso di un mio post su Eric Clapton di qualche tempo fa).

Del resto, suonare la chitarra è la mia seconda passione dopo la fotografia…

Lo spunto per questo articolo nasce dall”ottima trasmissione televisiva “Sostiene Bollani”. Nel corso di una puntata, lui – Stefano Bollani appunto – spiegava che le parti fondamentali di un brano (che un compositore deve elaborare) sono tre:

  1. La melodia,
  2. L’armonia,
  3. Il ritmo.

Nella fattispecie:

  1. La melodia è ovviamente il tema principale del brano: “la musichetta”, se vogliamo.
  2. L’armonia è tutto ciò che è di appoggio alla melodia e ne fornisce l’adeguato contesto musicale: l’arrangiamento, gli accordi, l’orchestrazione.
  3. Il ritmo è dato da batteria e anche basso.

Riflettevo, da chitarrista (o se vogliamo da strimpellatore), che la melodia è la cosa più importante delle tre. Non che arrangiamento e ritmica siano poco importanti; ma…

Voglio dire che “La canzone del sole” tutti se la ricordano (e la apprezzano) per la melodia, canticchiando “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi”. Il pezzo è certo molto articolato: contiene arpeggi di chitarra, parti di archi (armonia), una ritmica di batteria che ha delle dinamiche ben precise… ma senza melodia, tutto questo è inutile. E’ come un vestito che veste il niente.

La melodia insomma è fondamentale.

Questo concetto, a parer mio, si applica perfettamente anche alla fotografia.

In questo caso, la “triade” di cui parlava Bollani secondo me è:

  1. Il soggetto (=la melodia),
  2. Lo sfondo e il contesto che circondano il soggetto (=l’armonia),
  3. La composizione (=il ritmo).

Anche qui, però, il soggetto resta fondamentale e imprescindibile. Del resto, come scrive Susan Sontag nel suo “Sulla fotografia:”

Il presupposto che sta alla base di tutti gli usi della fotografia – secondo il quale ogni fotografia è un pezzo di mondo – comporta la nostra impossibilità di reagire a una fotografia (…) finchè non sappiamo di quale pezzo di mondo si tratti.

Questo tipo di reazione fa passare in secondo piano le qualità più formali della fotografia, legate alle stile.

Uno scatto ben curato a livello di sfondo ma con un soggetto inutile o privo di cuore, non funziona. E nemmeno funziona se il soggetto è potenzialmente interessante, ma lo sfondo predomina in modo netto… ad esempio perché molto più luminoso.

Analogamente, una fotografia può essere accuratamente composta, “ingegnerizzata” al meglio… ma fallirà miseramente se il soggetto non è interessante e non attira. Diventerà, come diceva Ansel Adams, “la fotografia nitida di un’idea sfuocata”.

Consideriamo per esempio questa, scattata ad una coppia nel centro a Bologna durante i “T-Days”:

(Bologna, T-Days, 2012)

Per chi non conosce la capitale felsinea, preciso che i “T-Days” sono giorni in cui il centro della città viene chiuso al traffico e concesso unicamente a pedoni e ciclisti. La coppia di questa foto non ha voluto evidentemente rinunciare totalmente alle moderne comodità: toglietemi la macchina, ma non il telefono cellulare!

In questo caso, il contesto (lo sfondo) fornisce adeguato supporto alla coppia, ma non è preponderante. L’optimum, anzi, sarebbe stato senza le due figure a sinistra, che in qualche modo indeboliscono il soggetto.

La coppia è poi collocata in una “linea di biciclette” che taglia la fotografia in modo orizzontale, cosa che – unita all’inquadratura essa stessa orizzontale – ne rafforza la presenza. Ma si tratta di un espediente compositivo, che ha senso nella misura in cui esiste un soggetto rilevante e interessante.

Credo, dunque, che la principale preoccupazione del fotografo debba essere questa: il soggetto. Sembra banale a dirsi… ma spesso lo si dimentica.

Ci perdiamo dietro ad altre cose meno importanti. Molto meno importanti.

In particolare, è la composizione a turbare spesso i nostri sonni: sezione aurea, regola dei terzi, posizione dell’orizzonte, pattern, linee di fuga, e chi più ne ha più ne metta… Ho trovato questa eccellente citazione di una grande maestra che credo dica tutto, e ritengo sia una buona conclusione di questo post:

Ho orrore del concetto di composizione. Non so cos’è una buona composizione… A volte per me la composizione è legata ad una certa luminosità o all’installazione di una certa calma. A volte è il risultato di errori idioti. C’è un certo modo di fare bene e uno di fare male e ora io preferisco il ben fatto e ora il fatto male. Questa è la composizione.

(Diane Arbus)

 

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