Programmi autunnali

On 06/08/2013 by Nicola Focci

Cesenatico, alba, Agosto 2012

Agosto, camera oscura mia non ti conosco!

Con temperature ben superiori a 30°C, il caldo vela ed uccide le stampe, ma soprattutto diventa impossibile chiudersi nella mia bat-caverna senza fare una bella sauna. Quindi ho messo in salvo la carta da stampa e i chimici nella cantina – dove fa molto più fresco – ed ho dichiarata chiusa la stagione della stampa. Sino a quando le temperature non scenderanno almeno sotto i 25.

Che fare, dunque, in questo periodo di momentanea pausa?

Ovvio: pensare ai progetti fotografici dell’autunno.

A tale scopo, ho pensato di fare una mappa mentale sui macro-elementi che contribuiscono alla realizzazione di un progetto fotografico, per poi analizzarli, e capire come procedere e quali obiettivi pormi:

Si chiama “Diagramma di Ishikawa” ma è una personale interpretazione!

In soldoni significa che per elaborare un progetto fotografico occorrono: idee (tanto per iniziare con la cosa più importante), procedure (di pre- e post-produzione), attrezzatura (croce e delizia del fotoamatore), e naturalmente l’elemento umano che ho sintetizzato con “io”.

Idee

Per l’autunno ne ho già tre, in buona parte già previste:

Sono tre “paletti” fissi intorno ai quali, tempo permettendo, potrei aggiungere altra carne al fuoco.

Ma il problema (se così si può definire) e che di idee ne ho pure troppe! Ad esempio, l’altra mattina m’è venuto in mente un progetto sulla Sindone intesa come primo negativo fotografico della storia… e più in generale uno studio su negativo/positivo. Questo è solo un esempio dei tanti; e dico la mattina, perché mi succede sempre in quel momento lì:  quando apro gli occhi e la sveglia non è ancora suonata, e il mio cervello “fresco” elabora a ruota libera senza stimoli visivi o uditivi (nel mio caso non è il sonno della ragione a generare mostri, ma il risveglio!).

Allora prendo l’idea, e l’archivio insieme alle altre dentro ad un “cassetto informatico” (Evernote) col proposito prima o poi di metterla in atto. Un “cassetto” pieno di roba che spesso, per motivi di tempo, resta a prender polvere.

L’obiettivo autunnale di minima, comunque, è quello di portare sino infondo almeno i tre “paletti”. Sarei già contento così.

Procedure

L’autunno mi sarà prezioso per cercare di migliorare le mie procedure di stampa, perché – come ho scritto qui – la pratica è indispensabile. Quella, e anche gli errori che permettono di correggersi: se in camera oscura non sbagli mai, quasi sicuramente non ti stai rendendo conto di sbagliare!

Devo dire di avere imparato molte cose, anche se in pochi mesi… e di sentirmi già sufficientemente sicuro. Ma a volte ho l’impressione che la stampa analogica sia come il gioco degli scacchi: per raggiungere l’optimum non è sufficiente una vita intera (a meno che tu non sia Ansel Adams!).

Proseguirà quindi il mio rapporto di amore/odio con la carta baritata: amo guardarla e toccarla da asciutta, ma molto meno gestirla da bagnata. Ci vuole maggiore pazienza ed attenzione.

Peggio mi sento se penso alla spuntinatura: l’unica operazione “analogica” che detesto sinceramente!, ma è difficile farne a meno se si tende ad essere un po’ perfezionisti. Devo cercare di padroneggiarla meglio, farmela più amica.

Tra gli obiettivi concreti che vorrei pormi, c’è anche quello di salire un po’ con le dimensioni di stampa (per ora perlopiù limitate al “facile” formato 18×24).

Attrezzatura

A livello di fotocamere, credo di aver raggiunto la pace dei sensi con la Rolleiflex. Almeno per un altro po’, Twin Lens Reflex is the way!

Certo, non lo nego: a volte la famigerata scimmia dell’acquisto mi sussurra il nome di una blasonata casa svedese… ma non credo mi troverei bene con specchi ribaltabili e dorsi intercambiabili.

Quanto ad altre opzioni ad esempio giapponesi, sento di dover esplorare il bellissimo formato quadrato ancora un altro po’. Potrei aver trovato la “mia” strada preferenziale, e voglio proprio scoprirlo.

Stesso discorso per il” combo” pellicola/sviluppo che uso ormai da mesi, ossia HP5 Plus 400 e Rodinal 1+25: non sento l’esigenza di cambiarlo.

Sarò quindi presuntuoso, ma a livello di attrezzatura non mi pongo obiettivi: va bene quella che ho. (La gioia di ogni moglie! :-D)

Me

Ovviamente tutto questo non ha senso se non c’è la passione e la spinta motivazionale per portarla avanti.

Siamo esseri umani, con i nostri impegni e “pensieri” (a cominciare dal lavoro per finire con tutto il resto) e non sempre questa spinta può essere al top. A volte i nostri livelli di serotonina non sono sufficientemente alti.

Negli ultimi due mesi m’è capitato più volte di rinunciare (a entrare in camera oscura, a uscire per fare fotografie…) e col senno di poi sento di doverci mettere più impegno. Vincere la fatica iniziale che mi tiene lì – vuoi per pigrizia, vuoi per stanchezza – e prendere l’inerzia, cercando di essere più continuo.

Pur sapendo benissimo che non la fotografia per me non è un lavoro, e non dovrà mai diventare un peso.

E per tutto il resto…

…c’è Cary Grant, il quale una volta disse:

Il mio stile di vita è semplice. Mi alzo la mattina, e vado a letto la sera. In mezzo, occupo me stesso meglio che posso.

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