Il blocco del fotografo
Il cosiddetto “blocco del fotografo” avviene quando si perde la spinta motivazionale e ci si trova arenati. Un arresto sconfortante…Proprio come nella famigerata schermata blu dei sistemi Windows.
Può capitare a tutti, per i motivi più vari, ed in qualunque momento.
A volte è un pretesto per “non fare”… cioè un modo per nascondersi dietro ad un problema inesistente ed evitare di impegnarsi.
Più spesso invece è una difficoltà reale, oggettiva. E di solito i motivi principali sono due: uno fuori di noi, e uno dentro di noi.
Blocco esterno
Può ad esempio capitare di bloccarsi di fronte ad una critica che ci ferisce, ci destabilizza, ci demoralizza.
Ci si chiude a riccio, e si ha paura di “produrre” dell’altro.
Spesso, a parer mio, questo accade perché la nostra fotografia si basa troppo su aspetti tecnici e troppo poco su aspetti emozionali e comunicativi.
Tanto per fare un esempio: mi sono specializzato in HDR, e ciò che la mia fotografia comunica è tutto qui, ossia si basa quasi esclusivamente sull’uso di questa tecnica. E facile pensare che ci sarà sempre qualcuno più bravo di me, pronto a dirmi che quel determinato scatto si poteva fare meglio! Ecco allora la paura, e quindi il rifiuto della critica, e quindi il blocco.
Se i grandi artisti si sono sempre curati assai poco delle critiche altrui, non era tanto (o non solo) perché si sentivano bravi tecnicamente, ma anche e soprattutto perché esprimevano se stessi. L’arte era, per loro, un mezzo atto a comunicare i loro mondi interiori, il loro modo di essere, la loro visione delle cose. E siccome siamo tutti diversi e non c’è nessuno uguale a noi, ecco che la critica spaventa di meno: potrai dire che “non ti piaccio”, ma non certo che “non piaccio in modo oggettivo“.
La soluzione per questo tipo di “blocco esterno” è quindi (apparentemente) semplice: cominciare ad utilizzare l’arte come mezzo di espressione di sé. O se vogliamo: perseguire un proprio stile, che non sia eccessivamente legato ad aspetti tecnici. La tecnica è sempre e solo un mezzo, non un fine. Come dice il grande Ferdinando Scianna:
Fotografare è una maniera di vivere. Ma importante è la vita, non la fotografia. Importante è raccontare. Se si parte dalla fotografia non si arriva in nessun altro posto che alla fotografia.
Blocco interno
Il blocco può anche arrivare perché, in un determinato momento della nostra vita, non riusciamo a trovare l’entusiasmo per le nostre passioni. Per motivi che possono essere i più vari, manca proprio la spinta; i nostri livelli di serotonina sono bassi; le nostre energie sono al lumicino.
A me capita ciclicamente… e altrettanto ciclicamente, riesco ad uscirne. Di solito usando queste regole.
1) Allontanare la negatività
E’ un consiglio di Scott Bourne che trovo illuminante: allontanare tutte le persone, le cose o i posti, che emanano negatività e ci abbattono. Tutto ciò che ci “succhia energia”, lasciando il nostro serbatoio in riserva.
A volte è facile (ad esempio uscire da un velenoso forum su Internet) a volte lo è molto di meno (quando la negatività ci è troppo vicina), ma le forze spese per contrastare questi sentimenti negativi sono eccessive e vale davvero la pena dedicarle ad altro.
2) Intraprendere un nuovo progetto
Napoleone diceva che le principali leve umane sono due: la paura, e l’interesse.
Troviamo quindi qualcosa di nuovo che muove la nostra curiosità, e costruiamoci sopra un progetto. Buttiamoci anema e core in una nuova iniziativa che sappia ridarci spinta motivazionale e voglia.
Non è necessario che sia un argomento da Premio Pulitzer: stiamo lavorando su noi stessi!
3) Scrivere del blocco
Credo che i lettori di qualunque blog siano interessati anche a leggere i racconti più personali dell’autore, e non solo riflessioni a carattere generico. Perché dunque non parlare del proprio blocco? Perché non mettersi a nudo, con sincerità e trasparenza?
A me poi spesso capita che, scrivendo quello che mi succede (sul blog ma anche su un diario), riesco lentamente a metabolizzarlo, ad analizzarlo, a scomporre meglio i problemi…
Condividere come ci si sente, è infondo un modo per esorcizzare. Nel quale, a volte, si riesce proprio a trovare quella goccia d’energia necessaria a riprendere il cammino.
Per finire…
…un po’ di aforismi a sfondo motivazionale!
La differenza tra vincere e perdere è, molto spesso, non smettere. (Walt Disney)
Il successo di solito arriva a coloro che sono troppo impegnati per cercarlo. (Henry David Thoreau)
Non prestare attenzione a ciò che dicono i critici: ad un critico non è mai stata eretta una statua. (Jean Sibelius)
Prima di tutto, lasciatemi esprimere la ferma convinzione che l’unica cosa di cui avere paura è la paura stessa – il terrore innominato, irragionevole e ingiustificato che paralizza gli sforzi necessari a convertire la ritirata in avanzata. (Franklin Delano Roosvelt)
Sembra sempre impossibile, sino a che non è stato fatto. (Nelson Mandela)
Nessun posto è noioso, se hai avuto una buona notte di sonno e la tua tasca è piena di pellicole da esporre. (Robert Adams)