San Francisco

On 11/10/2013 by Nicola Focci
Coit Tower

Coit Tower

 

Ho lasciato la mia casa in Georgia

Diretto verso la baia di Frisco

Perché non avevo niente per cui vivere

E sembra che niente incrocerà la mia strada

Allora, andrò a sedermi sulla banchina della baia

A guardare la marea andarsene

Sono seduto sulla banchina della baia

Sprecando il mio tempo

(Otis Redding, “(Sittin’ on) the dock of the bay”)

Dovendo fare paragoni musicali un po’ azzardati, direi che San Francisco (che ho visitato nel corso del mio “tour agostano” negli USA WEST) sta a “(Sittin’ on) the dock of the bay” di Otis Redding, come New York sta a “New York New York” di Liza Minnelli. Intimista e malinconica l’una, positiva ed esplosiva l’altra.

E devo dire che il brano del grande Redding – morto nel 1967 poche settimane dopo averlo scritto – è molto rappresentativo di San Francisco. Una città piena di atmosfera, ma anche complessa, variegata, tormentata, con tanta storia (per essere gli USA!) e anche dolore dietro alle proprie spalle.

Forse è anche per questo che, fotograficamente, mi ha dato filo da torcere.

Più che altro mi son trovato diviso tra il documentarla in modo più o meno asettico, o usarla come pretesto per organizzare visivamente una mia ed intima idea.

Il risultato è forse una via di mezzo… E in linea di massima io non amo molto le vie di mezzo. In linea di massima.

Il famoso Golden Gate, ad esempio. Ho scattato questa fotografia perché non mi aspettavo fosse così… “tanto”. E’ enorme: quando ci sei sopra, sembra proprio d’essere sospesi tra cielo e terra, con la prospettiva propria di chi sta galleggiando. Ho cercato di rendere questo tipo di sentimento.

Golden Gate Bridge

Golden Gate Bridge

Ad Alcatraz invece ho scattato molte foto di istinto, ma ho finito per salvare solo questa. Perché si tratta dell’immagine che m’è rimasta impressa nella mente: un alveare vuoto, enorme, grigio, alienante.

Alcatraz

Alcatraz

Le altre foto di “The Rock”?, mah… Per una ragione o per l’altra, mi sembravano troppo banali. E non hanno passato la mia selezione.

a

Al Golden Gate Park, ovvero al Japanese Tea Garden, ho alzato lo sguardo e colto questo intrico di rami che mi sembrava alquanto fuori luogo nell’ordinatissimo e curatissimo giardino. Il contrasto mi ha talmente colpito, che non potevo non portarlo con me.

Golden Gate Park - Japanese Tea Garden

Golden Gate Park – Japanese Tea Garden

Originariamente, cioè sul vetro smerigliato della Rolleiflex, questa foto si presentava ruotata di 90 gradi in senso antiorario. Ma ho ritenuto che fosse più interessante così, cioè con l’ingresso degli alberi da sinistra e dall’alto, in modo da creare un “corridoio” che agevoli la naturale lettura dell’occhio. Il bello del formato quadrato è anche questo: poter cambiare l’orientamento senza alcun problema di lati lunghi!

Tra le foto scartate, anche alcune di taglio street che “mi erano venute sul pulsante di scatto”, ma col senno di poi ho trovato poco interessanti e quindi scartato.

Alla fine, si sono “salvati” solo 6 scatti su un totale di circa 40 fatti. (Gli altri due sono qui, nella mia pagina dedicata di progetto).

Sono stato abbastanza selettivo, e mi resta un certo senso di incompiutezza… come se avessi potuto fare di più, lasciarmi condurre meglio per mano da questa bellissima città che è San Francisco.

Probabilmente ho bisogno di un po’ di tempo anch’io per apprezzare al meglio questi scatti. Per digerirli.

Poi, se proprio non sarà così, vorrà dire che avrò un buon pretesto per tornare lì, e fare meglio! 😀

NOTA – Come sempre, le foto in questa pagina sono ottenute mediante scansione di stampe ai sali d’argento (su carta politenata).

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