Il cigno nero nella vita artistica

On 28/11/2013 by Nicola Focci
Cigno nero (fonte: Wikimedia Commons)

Cigno nero (fonte: Wikimedia Commons)

“Il Cigno Nero – Come l’improbabile governa la nostra vita” è un saggo di Nassim Nicholas Taleb, filosofo e matematico esperto di finanza. Si tratta di un testo famoso e molto interessante, che ho letto con grande coinvolgimento, trovando anche diversi punti di contatto con la vita artistica – come avrò modo di spiegare.

Definizione di Cigno Nero

La tesi centrale del libro ruota intorno al concetto di Cigno Nero: evento isolato, fatto importante che non ci si aspetta e che ha un impatto enorme.

Esempio paradigmatico di Cigno Nero: l’11 Settembre.

Secondo Taleb, il cigno nero è fortemente presente nella nostra vita sociale, a dispetto dei modelli matematici che cercano invece di ricondurla a una sfera prevedibile.

Una sola e imprevista comparsa del Cigno Nero, invece, può avere conseguenze sproporzionate su un campione più o meno ristretto. E’ come scegliere 999 persone ricche, e aggiungere al campione Bill Gates: la fortuna di quest’ultimo oscura quella di tutti gli altri.

L’uomo è fortemente esposto alle conseguenze del Cigno Nero, perché quest’ultimo:

  1. (Non me ne vogliano i promotori finanziari!) Sfugge ai modelli matematici che funzionano bene in laboratorio ma non nella vita reale, e che spesso ingannano l’uomo.
  2. E’ imprevedibile, e il problema dell’uomo è che per natura tende a rifiutare l’imprevedibilità.
  3. Tende a sfuggire alla conoscenza derivata dall’osservazione, altra tipica falsa sicurezza dell’uomo.

Per spiegare l’ultimo punto, Taleb fa un esempio crudo (mutuato da Bertrand Russel) ma piuttosto illuminante: il tacchino destinato al pranzo del giorno del ringraziamento Che negli USA cade proprio oggi!

Il nostro tacchino vive una vita apparentemente ideale: ogni giorno viene foraggiato di abbondante cibo, e questo avviene tutti i giorni. Si aspetta quindi – su base storica e di osservazione – che la sua vita possa comodamente proseguire così: sfamato quotidianamente da amichevoli esseri umani che pensano solo al suo interesse.

La fiducia del tacchino in tale e fortunata sorte, cresce sempre di più… sinché, il pomeriggio che precede il Giorno del Ringraziamento, arriva un Cigno Nero a fargli cambiare idea!

Il Cigno Nero del povero tacchino (fonte: Wikimedia Commons)

Scrive in definitiva Taleb che il Cigno Nero è un “problema da creduloni“, perché:

Il mondo è dominato da ciò che è estremo, sconosciuto, e molto improbabile.

Come si può applicare questo concetto alle nostre vite artistiche?

Che cosa ci può insegnare?

#1: La maturità artistica “capita”

C’è una famosissima citazione di Henri Cartier-Bresson che dice:

Le prime 10.000 fotografie sono le peggiori

Non va ovviamente presa alla lettera, cioè non significa che la foto numero 10001 sarà un capolavoro! Quello che il grande maestro del “momento decisivo” voleva probabilmente dire, è che il conseguimento della maturità artistica non è un processo lineare – con variabili chiare, nette e costanti.

In generale – scrive Taleb – questo vale per tutti i fatti della nostra vita:

Le relazioni non lineari sono onnipresenti nella vita. In effetti, quelle lineari sono un’eccezione: le utilizziamo solo in aula e nei libri di testo perché sono più semplici da capire.

Questo cosa significa? Che il conseguimento della maturità artistica (o se vogliamo del proprio stile) a un certo punto, semplicemente, capita.

Non esiste, in questo senso, un obiettivo misurabile e “calendarizzabile”. Non esiste una condizione necessaria e sufficiente. Può anzi capitare che:

Giocate a tennis tutti i giorni senza migliorare, poi all’improvviso battete un professionista.

Insegnamento: bisogna scattare, scattare, scattare… senza farsi troppe ansie in termini di numero e obiettivi. Concentrarsi di più sul processo, e di meno sui risultati.

#2: Mai farsi illudere da chi ce l’ha fatta

Marsellus Wallace

Marsellus Wallace e Jules Winnfield in “Pulp Fiction”. Il gangester sarà vittima di un doppio Cigno Nero…

Eri quasi arrivato, ma non ce l’hai mai fatta… e se dovevi farcela, ce l’avresti già fatta. (Marsellus Wallace a Jules Winnfield in “Pulp Fiction”)

E’ difficile avere successo nel campo artistico. Non che vi fossero dubbi in proposito, ma a volte si è portati a pensare che se Tizio o Caio ce l’hanno fatta, allora ce la posso fare anche io. Si torna al concetto di dedurre la conoscenza dall’osservazione.

Il problema – dice Taleb – è che questa conoscenza è largamente incompleta, perché manca delle cosiddette “prove silenziose”… dietro alle quali si nasconde il Cigno Nero.

Per uno che ce la fa, infatti, ce ne sono mille che non ce l’hanno fatta. E questi di solito non raccontano la loro storia! Chi vince prende tutto, ed è lui che racconta.

E’ un po’ come osservare chi esce da un Casinò contento per la vincita, e pensare che sia facile!

Insegnamento: attenzione a prendersi rischi sulla base del “ce l’ha fatta anche lui”! Scrive Taleb:

La tendenza a correre rischi ha spinto molte specie verso l’estinzione.

#3: Anche nell’arte le scoperte arrivano per caso

Moltissime invenzioni sono frutto della serendipità, del caso… e non di un’attenta pianificazione a tavolino.

Come disse qualcuno: “Cerchi l’ago nel pagliaio, e ci trovi la figlia del fattore!”.

Per esempio, Fleming scoprì la penicillina a causa di un’errata disinfezione di un provino; il Viagra fu scoperto casualmente mentre si cercava un rimedio per l’angina pectoris; il Web nacque da un progetto volto solo a migliorare la comunicazione interna al CERN di Ginevra; e così via.

Sesto Empirico (fonte: Wikipedia)

Sesto Empirico (fonte: Wikipedia)

E nell’arte? Succede lo stesso.

Taleb fa l’esempio del pittore Apelle, citato da Sesto Empirico (filosofo scettico greco vissuto nel II secolo). Apelle doveva raffigurare in un quadro la schiuma della bocca di un cavallo, ma non vi riusciva; preso dalla rabbia, rinunciò e gettò contro il quadro la spugna che usava per detergere i colori del pennello. Venendo a contatto col cavallo, la spugna produsse proprio la rappresentazione della schiuma.

Taleb chiama “Accidente Positivo” questo tipo di esperienza. Verso la quale bisogna essere aperti:

Abbiamo difficoltà psicologiche (…) ad accettare che nella vita è necessaria una serie di piccoli fallimenti.

Insegnamento: “massimizzare la serendipità“, anche a costo di sbagliare ripetutamente. Non precludersi alcuna strada. Non scartare a priori nessuna tecnica.

 #4: Investire nelle attività da Cigni Neri Positivi

Il giardino del B&B "La Casa degli Scoiattoli" a Sasso Marconi (BO)

Il giardino del B&B “La Casa degli Scoiattoli” a Sasso Marconi (BO)

Siccome l’uomo è vulnerabile agli errori di previsione, gli conviene investire in modo contemporaneamente iper-prudente ed iper-aggressivo, per perdere poco e guadagnare tanto. Trarre grossi vantaggi dall’imprevedibile.

Si tratta cioè di ricercare quelli che Taleb chiama “Cigni Neri Positivi“, ossia quelle imprese umane in cui la mancanza di prevedibilità può essere estremamente vantaggiosa.

Mi sento di fare un esempio specifico perché ce l’ho in famiglia: i miei genitori hanno a disposizione una villa piuttosto grande a Sasso Marconi (BO), e a un certo punto hanno deciso di adibirne una parte a Bed & Breakfast: “La casa degli scoiattoli”. Si trattava di un’attività a rischio relativamente basso (pochi investimenti, mura già di proprietà, burocrazia non eccessiva, ecc.) ma che, potenzialmente, poteva portare a ottimi profitti. E così infatti è stato.

Volendo scendere in campio artistico, possiamo citare l’editoria. Scrive Taleb:

Con un libro si ha poco da perdere, ma per ragioni inattese qualsiasi libro potrebbe essere un successo. Gli svantaggi sono pochi e facilmente controllabili.

Questo non significa automaticamente che sia “meglio” buttarsi nella produzione di un libro fotografico piuttosto che una mostra! Dipende.

Insegnamentoconviene analizzare attentamente gli obiettivi anche dal punto di vista del “cigno nero poisitivo”.

#5: Il vantaggio iniziale ti segue per tutta la vita

(AP Photo/Nati Harnik)

(AP Photo/Nati Harnik)

Se hai subito successo nell’arte (ma anche nella scienza), si verifica un altro e importante fenomeno: il “Vantaggio Cumulativo“.

Accade quando, ad esempio, su una rivista prestigiosa appare la recensione positiva di un nuovo libro: questo vantaggio accompagnerà l’opera per tutta la vita. In soldoni la potremmo chiamare un picco di reputazione… ed è come vincere un’altra volta alla lotteria.

L’arte dipende molto dal passaparola, da valutazioni arbitrarie… ed è quindi fortemente influenzata dal Vantaggio Cumulativo.

L’avvento dei media ha ulteriormente enfatizzato questo aspetto: vi sono blog di famosi fotografi (come “Little Brown Mushroom” di Alec Soth) le cui recensioni positive implicano immediatamente un picco di vendita per il libro recensito.

Insegnamento: mai ignorare il potere del Vantaggio Cumulativo! E tenere conto che, sfortunatamente, vale anche in negativo: il primo fallimento farà sì che sarà poi più difficile rialzarsi.

Per concludere…

…un ultimo passo molto interessante del libro di Taleb:

Snobbate il destino. Io ho imparato a non correre per rispettare i tempi. Può sembrare un consiglio da poco, ma funziona. Rifiutandomi di correre per prendere i treni, ho provato il vero valore dell’eleganza e dell’estetica del comportamento, la sensazione di avere il pieno controllo del mio tempo, dei miei programmi, della mia vita. Perdere un treno fa male solo se gli correte dietro! Allo stesso modo, non corrispondere all’idea di successo che gli altri si aspettano da voi fa male solo se è proprio quello che cercate di fare.

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