Il mio difficile rapporto con i concorsi fotografici

On 13/02/2014 by Nicola Focci

Non che non ci abbia provato, sia chiaro.

Negli ultimi quattro anni ho partecipato a diversi concorsi, spendendo tempo nella scrematura e selezione, nonché soldi in stampe e invii postali… naturalmente senza vincere nulla.

Poche e locali soddisfazioni

Beh, qualche piazzamento in effetti l’ho avuto… ma a livello locale.

Per esempio nel 2010 ho vinto una serata del concorso “Lancia la Sfida” organizzato dall’associazione “Prove di Emozioni”, con questa foto newyorchese:

Brooklyn Bridge, New York City, Agosto 2010

…e lo stesso anno arrivai terzo al localissimo concorso organizzato presso la Fiera di Sdàz, con questo scatto più naturalistico:

Cascate del Dardagna, parco Corno alle Scale, Giugno 2010

Un sacco di cantonate

Ma i successivi tentativi di partecipazione a concorsi nazionali si sono sempre risolti con un totale, sonoro, completo, desolante buco nell’acqua.

Quando andava bene, venivo cortesemente informato con una e-mail, o addirittura un avviso a mezzo posta: <<caro amico, la sua foto non ha passato la selezione, si dia all’Ippica Subacquea che è meglio>> (no vabbé, non dicevano proprio quello, però ci si andava vicino!).

A volte, poi, non c’era manco l’avviso: bocciatura silente, e stop. 🙁

Che dire? (Qui ci starebbe un bel sospiro, ma non saprei come renderlo su una pagina web!) Le nostre “opere d’arte” sono un po’ come figli nostri: facciamo fatica ad accettare che non piacciano, che non si facciano valere. E’ dura.

(NB – Faccio la tara dei possibili “magna magna” che potrebbero viziare i concorsi: infondo siamo in Italia! Ma io sono più realista del Re e ritengo che le mie foto, semplicemente, facessero proprio schifo agli organizzatori).

Scatta la riflessione

Poi però, dopo l’ennesimo fallimento l’anno scorso, mi sono posto la fatidica domanda: cui prodest

Qual’è il senso di partecipare ad un concorso di fotografia? 

Che tipo di vantaggi porta (a parte quelli materiali legati all’eventuale vincita)?

Dopo averci pensato sopra, sono giunto alla conclusione che a me non gioverebbe in alcun modo.

I motivi sono presto detti.

1.Non si è artisti per certificato

Sarò ingenuo, ma penso che l’arte (intesa come capacità di esprimere il proprio “io” interiore usando mezzi e tecniche di qualunque tipo) non necessita di certificazioni.

Quando anche vincessi un concorso, non potrei certo appiccicarmi alcun bollino sulla fronte. Non sarei certo un “fotografo migliore” (migliore di chi, poi?) solo perché qualcun altro lo pensa.

Analogamente, io sono l’esempio vivente – con questo sito, le mie foto, i miei libri – di chi è stato scartato, ma ha comunque il diritto di “voler fare arte”. Nessuno può convincermi del contrario! E se avessi rinunciato in preda allo sconforto, avrei commesso un errore.

2. Essere giudici di sé stessi

A tutti piace la visibilità, questo è innegabile; ma prima di tutto a me interessa comunicare qualcosa – non primeggiare in una graduatoria – e sono in grado di capire da solo se ci sono riuscito oppure no

La fotografia per me è una passione per esprimermi, non una gara. Semplicemente mostrando le mie foto e ascoltando il parere di chi le guarda, determino da me se ho conseguito questo obiettivo. Non ho bisogno che sia qualcun altro a dirmelo.

E’ un po’ come quando si dice (a proposito di figli) “cosa vuoi capire tu, che non ne hai!”: è vero, non ne ho; però sono stato figlio anch’io… e cosa significhi essere un buon genitore, lo capisco da me.

3. Vincere può far male

Un altro aspetto dei concorsi che riscontro, spesso nel web, ed è quella sorta di euforia che coglie il vincitore… tale per cui comincia a tirarsela come un elastico, e si convince di “essere già arrivato”. E’ pericoloso!

Lo è perché (almeno da quello che ho visto ai workshop) i criteri di giudizio nel mondo “reale” sono molto diversi da quelli del mondo “virtuale” della rete.

Tanto per dire: quella che segue è la mia foto più vista sul mio profilo Flickr (iscritto da 4 anni e con 1250 scatti). Un lampione!! Mi verrebbe da dire: MAH!…

Comune di Bologna, Maggio 2011

Nel mondo reale, però, dei titoli non frega mediamente niente a nessuno… e spesso finisce che chi ha fatto il pieno di “mi piace” su Facebook, debba poi abbassare la cresta molto in fretta. Più alto si vola, e peggio si cade.

4. Ci vuole un fisico bestiale

Infine, non sottovalutiamo il tipo di impegno che i concorsi richiedono.
  • Bisogna calarsi attentamente nel regolamento, specialmente nel tipo di immagine richiesta (come soggetto e come concetto) per non correre il rischio di essere off topic.
  • Bisogna produrre la stampa come la vogliono loro, e anche  l’immancabile supporto informatico – aspetto che per un fotografo analogico è problematico se la stampa ha dimensioni considerevoli.
  • Bisogna sostenere dei costi (per quanto possano essere bassi): stampa, supporto, partecipazione, invio postale…
  • La tentazione di fare i (scusatemi il francesismo) paraculi strizzando l’occhio agli organizzatori, è sempre molto forte.

Insomma… partecipare ai concorsi è quasi un lavoro! Deve valerne davvero la pena.

 A ognuno la sua strada

Naturalmente non voglio dare giudizi tombali sull’istituzione “concorso fotografico”, né sputare sentenze affermando che non serva a nulla.

Questa riflessione è puramente personale, e si limita a spiegare che… non serve a me!

Poi magari per qualcun altro – con intenti e “nicchie di azione” diverse dalle mie – parranno utilissimi: buon per lui. Io invece ho deciso che, quando sarò pronto (perché la creatività richiede il suo tempo) mi presenterò alle gallerie coi miei lavori e sarà quella, eventualmente, la sede di giudizio.

Peraltro non bloccante.

Commenti?

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5 Responses to “Il mio difficile rapporto con i concorsi fotografici”

  • Il caso ha fatto uscire questo articolo e visto che chiedi commenti, eccomi!

    Personalmente non ho mai partecipato a concorsi, ma penso che le motivazioni a farlo possano essere diverse.

    Credo che molti partecipino per il semplice bisogno di riconoscimento

    Ma ci sono anche motivazioni più “nobili”, la volontà di mettersi in gioco, avere uno stimolo a realizzare una certa foto, avere un riscontro (se una foto non vince, perchè?), ecc…

    Sicuramente la tua ricerca fotografica è piuttosto concettuale e quindi di nicchia… e temo che molti concorsi fotografici non siano caratterizzati da questo grande spessore fotografico… per cui vinceranno più facilmente foto immediate, facilmente fruibili, suggestive e magari più coerenti con certi canoni estetici “mainstream”.

    In sostanza, fai bene a non partecipare! 😉

    • 😀
      Hai confermato i miei sospetti! Grazie!

  • articolo perfetto. complimenti mi riconosco appieno nei tuoi dubbi e nelle perplessità riguardanti i concorsi fotografici, vorrei aggiungere che spesso sono fatti ad hoc per qualcuno della zona in cui viene organizzato o peggio per qualche amico di giudici. chiaramente se uno fa notare la cosa viene snobbato dicendo che quella è solo invidia.
    belle le tue foto su flickr ;D

    • Grazie! 😉
      Eh sì, le ingerenze “politiche” nei concorsi meriterebbero un articolo a parte………

  • Oggigiorno i concorsi fotografici sono l’apoteosi della banalità. Più vedo le foto che vincono e più mi convinco che non c’è limite al brutto, ai cliché ma soprattutto all’ignoranza dei giudici…
    Meglio starne alla larga