I trucchi (in ripresa) ai tempi della pellicola

On 18/04/2014 by Nicola Focci
Nicola e Nicola, Altopiano, Sasso Marconi, 1989

Nicola e Nicola –  Sasso Marconi, 1989

Correva l’anno 1989, avevo comprato da poco la mia prima reflex (Canon EOS 650), ed ero un diciannovenne di belle speranze (!) che trafficava il bianco e nero in camera oscura ma non disdegnava il colore.

Nella foto in alto, il doppio me stesso viene ritratto accanto alla sua chitarra acustica Ibanez preferita! (Ma che schifo quelle grosse montature per occhiali a goccia, però! 😀 ).

Photoshop doveva ancora essere commercializzato (uscì nel 1990) e comunque portare su file un negativo ed elaborarlo non era certo alla portata di tutti. Quindi la realizzazione di questo ‘selfie’ ante litteram fu possibile solamente in fase di esposizione… grazie ad un filtro particolare della Cokin: “Double Exposure” (doppia esposizione).

Cokin1

In sostanza è una piccola lastra di plastica opaca dotata di un foro a mezzaluna.

Come funziona(va)?

  • Si setta la reflex per l’esposizione multipla.
  • Si sistema il filtro in modo che sia perfettamente verticale.
  • Si scatta una prima fotografia (ovviamente con l’autoscatto nel mio caso). Grazie al filtro, metà fotogramma non viene quindi esposta perché coperta.
  • Tenendo la reflex nella medesima posizione, si ruota il filtro di 180 gradi, in modo da coprire la parte già esposta.
  • Si scatta una seconda fotografia sulla prima.

A quel punto, il motore della mia Canon faceva avanzare la pellicola, e l’intero scatto era realizzato.

img005_gimped

Vaso e stella – Sasso Marconi, 1992

Questa foto invece l’ho realizzata nel 1992, come test del filtro stella “Star 16” che avevo appena acquistato – sempre Cokin.

Il filtro stella non è altro che una lastrina trasparente sulla quale sono riportate alcune incisioni fatte ad hoc, in modo da fornire l’effetto (appunto) stella: molto più evidente di quello ottenibile chiudendo il diaframma.

Per realizzare la foto ho preso un vaso che avevo acquistato come souvenir in Grecia, e vi ho messo dentro una candela accesa.

Il vaso l’ho poi in seguito usato come portapenne in ufficio, e tutt’ora mi accompagna sulla scrivania del lavoro!

foto

Di sicuro, questi sistemi oggi fanno sorridere… Si può fare tutto ex post al computer, senza impazzire eccessivamente in fase di scatto.

Però io ripenso a quei test con un po’ di nostalgia… 

Intendiamoci: non si tratta di un discorso del tipo “si stava meglio quando si stava peggio”: se dovessi ripetere questi scatti oggi, probabilmente anche io opterei per il digitale e il fotoritocco! Si fa molto prima.

No: il vero vantaggio di quelle tecniche sicuramente primitive, è un altro.

Quelle tecniche davano modo di capire le cose.

Ad esempio:

  • Come agisce la luce sull’elemento fotosensibile.
  • Come preparare tutto adeguatamente e per tempo, in modo da perdere meno tempo dopo, ed avere un risultato perfetto.
  • Come stimolare la creatività in fase di scatto, agendo “sul campo”, costruendo situazioni, cercando le inquadrature migliori.

Penso che Photoshop non possa sostituire questo tipo di conoscenza… cui, nel mio piccolo, devo molto.

3 Responses to “I trucchi (in ripresa) ai tempi della pellicola”

  • Che bello che era sperimentare in quell’epoca! È vero che oggi si fa prima con il computer e forse anche meglio, ma vuoi mettere la soddisfazione??

    • E’ vero! Era una gioia… e l’attesa delle stampe, una dolce tortura! 🙂

  • I filtri a stella si usano ancora oggi (di solito però li ho sentiti chiamare filtri cross screen)

    Sono anche utili in astronomia (non solo per la fotografia, ma anche per l’osservazione diretta): facendo apparire le stelle come delle croci luminose, infatti, diventa più facile distinguere due stelle molto vicine tra loro (senza filtro, apparirebbero come due punti, e sarebbe facile sbagliarsi e scambiarle per un punto solo)