Fotografare in Islanda
Torno dalla terra dei ghiacci con 13 rullini formato 120 da sviluppare e stampare. Probabile che la cosa mi impegnerà un paio di mesi almeno; ma nel frattempo, ho i miei personalissimi consigli da fornire a chi volesse intraprendere un viaggio fotografico nella “terra dei ghiacci” (che poi così glaciale non è).
Già che ci sono, lascio comunque due link belli e pronti:
- Il mio diario di viaggio, scritto a caldo (la sera stessa di ogni giorno del viaggio), con foto e un po’ di ironia;
- Il mio set Flickr con le “””migliori””” foto scattate dal mio iPhone.
NB – Mi concentrerò sui consigli pratici, evitando il classico elenco di “posti da fotografare”, che del resto sono reperibili in tutte le guide (e nel mio diario sopra linkato).
Treppiede sì, treppiede no
Se si va in Islanda a Luglio o Agosto, esiste praticamente un solo motivo per portarsi dietro il treppiede: fotografare l’acqua con tempi di posa lunghi, per dare l’effetto “setoso”.
Se (come me) non vi interessa questo tipo di fotografia, allora il treppiede potete anche lasciarlo a casa.
La luce del sole è presente per buona parte del giorno, e non riesco proprio ad immaginare situazioni in cui usarlo – a parte quella descritta.
Poi, ovviamente, dipende dalle proprie intenzioni di scatto.
Occhio alle soste
Ah, le statali islandesi! Sono un po’ strette, e in qualche tratto pure sterrate. Ma, fotograficamente parlando, i problemi sono altri: il bordo destro che degrada subito, e piazzole di sosta rare.
Ciò implica quanto sia dannatamente difficile fermarsi per fotografare gli scorci di paesaggio, che sono davvero splendidi – specie nella parte dei Fiordi dell’Ovest, o nelle penisole.
Quasi tutti fanno così: mettono le quattro frecce, e fermano l’auto in mezzo alla carreggiata. Non è il massimo della vita, e bisogna stare molto attenti ed essere veloci… ma le alternative scarseggiano.
Proprio per essere il più rapido possibile, io ho lavorato molto di iperfocale. Se l’obiettivo ha i relativi segni sul barilotto – ma oggi purtroppo i costruttori tendono a sacrificarli! – ne consiglio vivamente l’uso.
Sulla mia Rolleflex, ad esempio, la profondità di campo è indicata da una banda bianca che varia in funzione del diaframma impostato:
Occhio all’acqua
Il meteo islandese è imprevedibile e comunque abbastanza umido (almeno ad Agosto).
Dunque il problema non è tanto “se” piove, ma “quanto” piove!
E’ bene avere con sé una borsa in materiale idrorepellente, e qualche tipo di copertura per la fotocamera (se non è tropicalizzata).
A questo, si aggiungono le cascate più interessanti ed imponenti come Seljalandsfoss e Gulfoss, dove è’ praticamente inevitabile avere l’ottica punteggiata di goccioline, anche solo inquadrando!
Con la biottica, io adottavo questa strategia: coprivo l’obiettivo inferiore con la mano, togliendola solo dopo aver deciso l’inquadratura e cercando di scattare in fretta. Anche così, comunque, è inevitabile bagnare l’obiettivo.
Massima cura, insomma, nell’asciugare la fotocamera dopo essere stati in questi posti (o aver preso l’inevitabile acquazzone).
Non solo cascate e ghiacciai
Vale davvero la pena avere sempre gli occhi bene aperti, perché gli spunti di scatto sono innumerevoli e anche al di fuori delle bellezze naturali più evidenti o reclamizzate.
Ad esempio, le loro chiese sono tutte molto moderne e architettonicamente stravaganti. Se attraversate un paesino, perdete 5 minuti per cercare la relativa chiesa: potrebbe valerne davvero la pena.
Anche nei paesini più minuscoli, poi, non è raro trovare qualche scena curiosa. Infatti ho notato una certa tendenza da parte degli abitanti a piazzare oggetti in posizioni improbabili! (Suppongo sia un effetto della noia nelle lunghe e buie giornate invernali…)
La stessa capitale, infine, è piuttosto vivace e intrepida: gli street photographers avranno pane per i loro denti.
Interessante (seppur meno) pure la seconda città dell’isola, Akureyri, collocata nella parte nord.
Concludendo sull’Islanda
E’ un paese magnifico dove le fotografie si sprecano. C’è di tutto e di più: fiumi, geyser, ghiacciai, prati, spiagge nere, spiagge bianche, architetture moderne, cascate, personaggi da strada, laghi…
Ma non devono mancare alcune accortezze basilari.
E un bel po’ di soldi, visto il costo della vita.
Ma questa è un’altra storia! 😉
Bel resoconto e ben tornato. L’Islanda deve essere proprio affascinante!! Belle le foto ricordo, ora aspettiamo le foto d’arte :-). Buoni sviluppi e buone stampe
…e speriamo che non siano cachi! 😀
Grazie Domenico!
Bello bello questo antipasto, ma ho ancora fame. Aspetto con ansia il risultato di questo viaggio.
Grazie Davide!, spero di non deluderti!
E di non rimanere intossicato dal Rodinal, uscendone quanto prima… 😉