Dettagli di scarso (eufemismo) interesse
Qualche anno, questo vizio ce l’avevo anche io.
Mi riferisco a quello di scrivere in didascalia per filo e per segno cosa avevo usato per fare quella determinata fotografia. Come in questo caso:
Macchina, obiettivo, pellicola, sviluppo, diluizioni, temperatura… Manca solo l’indicazione del colore dei calzini! 😀
E’ una prassi molto diffusa, però.
Ad esempio su Twitter, nonostante i soli 140 caratteri:
…e ovviamente non si salvano nemmeno i digitalisti, agevolati dai dati EXIF, cui possono pescare a piacimento. In questo, e come sempre, Facebook ci regala molte soddisfazioni:
(“All Rights Reserved” su Facebook: mi scappa da ridere… Vabbé…)
Io, questo vizio, l’ho proprio perso. (O meglio, l’ho confinato al logo del sito).
E scrivo “vizio” perché trovo che questa prassi sia davvero insensata.
Mi spiego con un esempio semplicissimo:
No, vero?
Che l’articolo sia riuscito o non riuscito, è cosa che prescinde dal mezzo impiegato per scriverlo. Può essere scadente (come probabilmente è) nonostante il laptop di alto livello; oppure essere fenomenale anche se realizzato con un Asus che perde i tasti per strada come il mio primo notebook del 1997.
Con la fotografia è lo stesso, esattamente lo stesso: l’abito NON fa il monaco.
Altrimenti, la visione e le celluline grigie servirebbero a poco, e la fotografia sarebbe una pura questione di attrezzatura e soldi… come i costruttori di fotocamere, del resto, vogliono farci credere.
Ma dico anche di più.
Io temo che a volte si esibiscano tecnicismi ed attrezzatura a mo’ di specchietto per le allodole: un tentativo maldestro (inconscio o meno) di nascondere qualcosa che infondo non è molto ben riuscito dal punto di vista fotografico.
Il tentativo di nobilitare una ciofeca, insomma.
Purtroppo però – o forse dovrei dire “per fortuna” – la fotografia è molto più semplice:
Punto.
E allora lasciamo le didascalie tecniche ai telegiornali, dài. 😉
Anche io ho perso questo vizio, credo che sia naturale quando ci si comincia ad interessare di fotografia, poi passa. A tale scopo ti suggerisco un mio vecchissimo post http://www.domenicopescosolido.it/blog/2013/12/gli-stadi-del-fotografo