Quando la realtà supera l’arte

On 01/06/2015 by Nicola Focci

Non amo per nulla Facebook, ma resto iscritto più che altro per motivi di amicizia: come mezzo di comunicazione rapida, è sicuramente valido. Se non altro perché un profilo ce l’hanno ormai (quasi) tutti.

Naturalmente, evito accuratamente di pubblicare fotografie che non siano semplici diari di viaggio “cotti e mangiati”, per il (forse) ben noto argomento che quanto pubblicato diventa liberamente utilizzabile da Facebook per i suoi traffici.

Ogni tanto, però, mi imbatto in foto altrui talmente brutte da restarne quasi affascinato.

Ne pubblico alcune… oscurando gli autori… anche se credo che la precauzione sarebbe superflua: si parla di Facebook, ossia un luogo dove (mi si passi il francese parigino) il cazzeggio è d’obbligo.



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Preciso che non mi sono nemmeno impegnato troppo, e chi ha Facebook lo sa: di foto così, se ne trovano a chili.

Ora, il mio atteggiamento non è di snobismo o di disapprovazione. Credo fermamente nell’essenza democratica della fotografia: ognuno può farci ciò che vuole… anche se poi nessuno ci obbliga a guardarlo!

No: più che una critica, mi sovviene una riflessione.

Infatti ho pensato: cosa succederebbe se un affermato artista decidesse di realizzare un progetto fotografico di scatti “social trash”? Cercando di ricreare, pari pari, questo tipo di immagini senza né capo né coda?

Il mio primo e successivo pensiero, è stato: ma non gliela farebbe mai!!

Per quanto si impegni e per quanto possa essere bravo, queste foto saranno sempre una spanna sopra (o sotto, a seconda del punto di vista).

La realtà di Facebook riesce a superare persino la fantasia più sfrenata!

PS – Ultima perla, la cui didascalia è un meraviglioso ossimoro (titolo e contenuto tra parentesi).

Simplicity

3 Responses to “Quando la realtà supera l’arte”

  • Anch’io mi sono sentito molte volte un po’ presuntuoso nel giudicare certe foto su facebook….

    Una prima constaztazione è che la cultura fotografica è mediamente bassa. D’altronde, leggendo certi post su facebook, si capisce che la conoscenza della grammatica italiana non è sempre solida….nonostante sia materia fondamentale della scuola dell’obbligo. Figuriamoci la fotografia.

    Un’altra riflessione è che i “cultori” della fotografia guardano una foto con un certo atteggiamento. La fotografia è considerata un’arte e questo influenza anche la visione (e la realizzazione) delle foto sbarazzine normalmente pubblicate su facebook.

    Insomma, in quelle foto l’arte penso proprio non ci sia…anche a volerle nobilitare attraverso una loro rilettura sociale e culturale… e non lo dico con atteggiamento snob… ma forse sono troppo razionale?

    • Diciamo che un contesto differente potrebbe fare sì che l’eventuale rilettura diventi arte, togliendole da Facebook. Un po’ come il famoso orinatoio di Duchamp, che passa da “cesso” a “opera d’arte” in virtù dell’intenzione di chi lo ha scelto e della collocazione.
      Anche così, comunque, credo sarebbe difficile replicare in modo efficace quel genere di scatto. Intendevo dire proprio questo: personalmente, non credo che ci riuscirei nemmeno impegnandomi! 😉

      • Beh, nel caso, in ottica ready-made, dovresti usare direttamente le foto già fatte 😉

        è una bella intuizione, ma non so se io riuscirei a comprenderla…

        a presto!