Cosa bolle in pentola? Consuntivi e pensieri

On 16/06/2016 by Nicola Focci
CamOsc

In diretta (più o meno) dalla mia camera oscura

Si avvicina il periodo dell’anno in cui la temperatura diurna è costantemente superiore a 25 gradi, e la camera oscura se ne va in “letargo” (almeno la mia, che non è climatizzata). E’ quindi ora di ragionare a freddo, e fare i consuntivi del “cosa sto facendo” e “cosa vorrei fare”… considerando la ripartenza dopo i lunghi mesi sabbatici, e la seconda metà dell’anno ormai imminente.

Cominciamo dai dolori:

Sto scattando poco e niente!

(Se si parla della pellicola)

L’altro giorno ho controllato il contapose della Rolleiflex, che è fermo al numero “5”… realizzando con orrore che quel rullino sarà il “01/16” (secondo la codifica standard che uso per tutti i miei negativi).

“16” sta ovviamente per “2016”; e “01” invece sta per… beh, me lo immagino spiegato dalla voce del compianto Mario Brega:

Anfameee!! Anfamoneee!!

Quest’anno manco uno, ne sei riuscito a fa’!!

"So' greche!"

“…So’ greche!!”

Come mai, Nicola?

Beh, non c’è un motivo preciso. Mi piacerebbe dire “…è che ho avuto poche occasioni di scatto!”; ma so benissimo che si tratta di una balla. L’occhio del fotografo è come un muscolo: basta metterlo in moto, e scatta sempre… anche nel giardino di casa, anche se non si va in Giappone.

Poca spinta: questa è la verità!

Poca spinta, e tanto tempo dedicato ad altre cose.

Certo: per incrementare quel “01”, ho ancora le ferie agostane, ed anche l’autunno. Ma non ne faccio una malattia. Non considero né mai ho considerato la fotografia come una “gara di quantità”. Se esiste una fortuna nel non fare il fotografo di mestiere, è proprio questa: nessuno ti corre dietro.

Sto stampando parecchio!

Eccolo, forse, uno dei motivi per cui sto scattando poco.

Capiamoci: il termine “parecchio”, io lo intendo riferito ai miei ritmi usuali ed ai miei impegni. Sino ad ora, quindi, ho fatto circa una ventina di stampe baritate 23×23 “definitive” in un mesetto… Che per me, ripeto, sono molte.

Non starei più di tanto ad interrogarmi sul perché io non abbia messo piede in camera oscura da Giugno 2015 ad Aprile 2016, e poi all’improvviso ci abbia dato dentro come uno scoiattolo strafatto di crack. Diciamo che mi faccio andare bene la cosa, e basta!… che mica si può sempre star lì a razionalizzare i comportamenti umani. (Anche perché spesso, nei comportamenti umani, c’è molto poco di razionale).

Comunque, non è che stia stampando a casaccio. Esiste un preciso motivo: il progetto del libro fotografico… perché voglio arrivare a fine anno con tutte le relative stampe, pronte da scremare, e poi spuntinare. Quindi bisogna “mettere fieno in cascina”! (O battere il ferro finché è caldo, fate voi).

Ci riprovo col “365”

Sì: ne sto facendo uno, di “365 project”… Col digitale dello smartphone Lumia; qui le foto su Flickr, mutuate dal mio profilo Instagram dove le pubblico in prima istanza.

Un “365project” è, come dice la parola stessa, quel tipo di progetto in cui si fa una foto al giorno per un anno.

Nel mio caso, lo considero più che altro una specie di diario… nonché un modo per tenermi in esercizio, stante la stitichezza con la pellicola di cui scrivevo prima.

Ce la farò, a portarlo fino allo scatto numero 365? Non lo so.

Ci ho già provato in passato… finendo per stufarmi.. Vediamo se stavolta tengo duro!

La famiglia si allarga

Non mi riferisco alla bretoncina Muesly che da qualche mese allieta la nostra casa (!), bensì al secondo ingranditore:

Ingranditori

Eccoli qua: a destra il “vecchio” Durst M670 color, ed a sinistra il “nuovo” Meopta Axomat 5A per il 35mm.

Quest’ultimo è frutto di puro qulo: me l’ha venduto un amico che l’aveva ricevuto come regalo di laurea, ma non si è mai interessato alla fotografia… finendo quindi per lasciarlo nella scatola in uno scantinato. Il Meopta era persino corredato del tagliando di controllo qualità (datato 1999!), e di Rodagon 2.8 nella sua custodia di plastica (mai avvitato).

Gli ho fatto volentieri spazio (spostando la bacinella del wash aid fuori dalla camera oscura) e ne è valsa la pena: mi sembra molto ben fatto! Ad esempio, c’è una seconda rotellina di messa a fuoco “fine”, che il Durst non ha (e farebbe comodo).

Al momento, lo sto usando per aiutare il mio amico Zanna coi suoi negativi, come già feci l’anno scorso. Lui usa solo 35mm.

E… sapete che c’è? Mi sta facendo innamorare nuovamente di questo formato!

Un revival agostano?

Ma come?, non sono io forse un “drogato” di 6×6 e di Rolleiflex? Non fui io che, proprio stampando i negativi del mio amico un anno fa, parlai piuttosto male del 35mm?

Tutto vero!

Ma cosa saremmo, noi esseri umani, senza il coraggio e la voglia di mettere in discussione le nostre certezze?

Ecco quindi che, ad Agosto, potrei lanciarmi in un revival del cosiddetto “formato Leica”… anche se non lo uso praticamente dal Pleistocene: Londra, Ottobre 2012, con la Minox 35 GT.

Ma ho ancora tutto: la predetta Minox… la Bessa R con un paio di ottiche… la Leicaflex del papà col suo Summicron… il corpo della Yashica FX-3 Super 2000, anche se orfano di ottica.

Vedremo!

Directed by me

Last but not least, sto pensando di fare dei video didattico-tecnico-pratici sulla stampa in camera oscura, ovviamente da girare all’interno della mia Batcaverna.

Oltre ad essere utile a me stesso nel rinfrescarmi le idee (il che non guasta mai), penso che potrebbero rassicurare chi è “spaventato” dalle prassi di stampa analogica, mostrando che il processo non è poi così complesso e/o dispendioso come potrebbe sembrare.

Però… non ho mai fatto un video! Quindi sarebbe un’esperienza inedita sotto tutti i punti di vista… A cominciare dal “come” farli. Ho pensato di usare la Fuji X-10… però magari funziona meglio il mio Lumia 930, chissà. Devo fare qualche test!

Se ci sono suggerimenti, lo spazio dei commenti è aperto (e la mia gratitudine totale, si intende).

E voi?

Che state facendo di bello?

Siete in periodo “up” (produttivo) o “down” (di stasi)?

Se avete voglia di raccontarmelo nei commenti, sarò ben lieto di  leggere, e condividere le mie riflessioni! 😉

6 Responses to “Cosa bolle in pentola? Consuntivi e pensieri”

  • Io sto allestendo, con calma, la mia camera oscura. Allestendo è una parola grossa: ho convinto la moglie, svuotato di tutto il ciarpame il sottoscala-ripostiglio, preso qualche misura e accordo con chi mi dovrà sistemare l’impianto elettrico, cannibalizzato un paio di armadi da gettare delle loro ante per farci dei tavoli poco profondi in modo che ci stiano nella c.o., comperato il tuo libro digitale, letto, iniziato a vedere per tutta l’attrezzatura che mi servirà e… ecco vorrei anche fare dei corsi di sviluppo e stampa ma si fa fatica a trovarli, soprattutto in zona Brescia. Qualcuno ne conosce da consigliarmi??

    • Grande Stefano!, praticamente la tua Batcaverna è quasi pronta.
      Aver convinto la moglie, peraltro, è una pietra miliare mica da ridere! Direi che siamo tutti sulla stessa barca… 😀

  • Ti ammiro, io non ho il coraggio di “riesumare la camera oscura ed il mio vecchio Lupo.
    Però ogni anno scatto tre quattro rullini 35mm con una delle mie fedeli macchine: ho sette Nikon, tutte meccaniche (anche se la f3 ha la priorità dei tempi). Le F, F2, Nikkormat ecc le uso sempre senza pila ad occhio o con il Lunasix. Naturalmente i rullini sono tutti Velvia 50.
    Ciao, Enrico

    • Splendida, la Velvia… ma bella tosta, con quella latitudine di posa che non perdona. Ma i colori, oh, sono una favola che nessun filtro digitale potrà mai copiare…
      Per esperienza – e tornando alla C.O. – posso dirti che il primo passo è anche il più difficile. Compiuto quello, si prende la spinta quasi per inerzia… ed è fatta! 😉

  • Eh… Iniziamo dalla fine: periodo down! Non ho molte idee e scatto ciò che mi intriga ma non necessariamente un progetto compiuto. Questo mi disturba molto visto che sono tornato al 90% alla fotografia argentica. Mi sono dedicato molto agli sviluppi e per le stampe sto frequentando un mio amico attrezzatissimo ed espertissimo anche nella speranza di apprender di più. Le stampe non sono molte ma molto buone. Sui formati uso ancora molto 35 ma la notizia è che la Rolleiflex ha scattato due rulli in meno di un mese. Però per come mi sento di scattare e poi seguire in camera oscura vorrei avere fra le mani una 5×4…. Comunque mediamente sono in un periodo down…. Sigh!!

    • Mal comune, mezzo gaudio, Domenico! 😉
      Un progetto (cioè un obiettivo) è sicuramente importante per dare motivazione, aiuta ad uscire dalle sabbie mobili. Però credo tu stia facendo la cosa giusta anche nell’affiancarti: è comunque un invito a “fare”. Quindi non mi sentirei di dire che sei proprio in “periodo down” totale, dài!
      Il grande formato, mah… non credere che non ci abbia pensato! Ma certo però che il salto di attrezzatura (sia dentro sia fuori la camera oscura) è quantico. Anche la gestione del negativo, poi.
      Dovessi mai farlo, forse andrei su dimensioni maggiori per poter stampare direttamente a contatto, come faceva Weston…