Vivere il presente in camera oscura

On 05/07/2021 by Nicola Focci
https://sketchplanations.com/when-drinking-tea-just-drink-tea

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Un antico adagio zen recita: quando bevi il te, bevi solamente il te.

Spesso occorre capire questi aforismi paradossali, evitando di guardare il dito anziché la luna.

Ci si riferisce alla necessità di vivere pienamente il momento presente. Senza distrazioni; senza cercare di fare più cose contemporaneamente; e comunque senza farsi preoccupare dal che ne sarà in futuro o che ne è stato in passato.

Io credo che questa massima si possa applicare (anche) alla fotografia analogica, e specialmente ai momenti successivi allo scatto.

A costo di rallentare in modo spasmodico i movimenti, si deve davvero essere al tempo stesso calmi ma concentrati.

Infilare il negativo nella spirale, ad esempio: è una mansione che mi mette sempre un po’ di ansia, perchè mi preoccupo di manipolare la “preziosa” celluloide senza crearle dei danni, e spero sempre che non s’inceppi mentre muovo la spirale per avvolgerla. Quella mansione andrebbe invece svolta concentrandosi su ogni movimento, pensando solo a quello – e non ad eventuali disastri! Più ci si agita, più sudano le dita (specie con questo caldo), e più si peggiorano le cose.

Ancora, sviluppare la stampa. Metterla nella bacinella senza fretta, osservando i movimenti ma al tempo stesso restando concentrati. E agitare la bacinella con calma, concentrandosi sul movimento regolare della stampa, senza avere fretta per il passaggio successivo o guardare con apprensione il cronometro.

Io ho anche iniziato a puntare un cronometro “generale” di 45 minuti, per imporre a me stesso una pausa. Mi siedo, respiro con calma, e leggo qualcosa o semplicemente ascolto un po’ di musica. Per una decina di minuti cerco di “staccare”… specialmente se mi trovo in una fase di stampa difficile, dove il risultato proprio non esce, e più mi intestardisco più ottengo stampe che non mi piacciono.

Infondo, nessuno ci corre dietro: qualunque risultato sia sul negativo o sulla stampa, non scappa; è già lì che ci aspetta, impresso nel nostro strato  argentico.

Affrettando le cose, non otteniamo nulla – se non proprio errori dovuti alla fretta stessa.

Credo che anche questa sia, infondo, una grande lezione della fotografia analogica.

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