L’inganno del “mi piace”
Pubblicare foto su Facebook può essere pericoloso, non solo perché di fatto si cedono a Palo Alto i diritti sulle medesime (ne parlo in Attenti a Facebook), ma anche perché si può covare l’illusione di essere diventati dei novelli Cartier-Bresson.
Capita frequentemente, infatti, che le foto si arricchiscano dei famigerati “Mi piace”. E allora ci si sente ganzi, davvero bravi.
Arriva invece la mestizia, se la foto viene sostanzialmente ignorata da tutti.
Ebbene, è mia ferma opinione che i “Mi piace” su Facebook siano alquanto sopravvalutati. E che la loro assenza non denoti automaticamente una scarsa qualità della foto postata (vale anche il viceversa: tanti “Mi piace” non implicano che la foto sia pronta per il MoMa di New York).
I motivi sono presto detti, e basta “bazzicare” un po’ Facebook per capirli subito:
- Se commenti positivamente la foto di qualcuno, lui poi probabilmente lo farà con una tua. E’ un’azione “di riflesso” che non c’entra nulla con la bontà delle tue foto.
- Le fanciulle raccolgono un sacco di commenti positivi*, a prescindere dalle foto che fanno. (*Tutti di maschietti, è chiaro)
- I tuoi amici più stretti mettono il “Mi piace” anche se la foto è sinceramente inguardabile.
- Gli amici meno stretti a volte mettono il “Mi piace” per motivi personali che non c’entrano con la foto (hanno litigato con te e vogliono fare pace, ti stimano in altri campi artistici, ti stimano per le tue idee, gli piace il luogo che hai fotografato, eccetera).
- Di solito c’è sempre e solo un “Mi piace”, e non anche un “Perché….”. Questo è molto sospetto. E’ come se uno ti dicesse che sei intelligente e basta, oppure motivasse il perché ti ritiene tale: quale delle due opinioni prenderesti maggiormente sul serio?
Tutto questo, insomma, ha ben poco a che vedere con la qualità artistica (o l’assenza di qualità artistica) nella foto.
Ora non sto dicendo che tutti i “Mi piace” siano necessariamente veicolati da altro anziché lo scatto in sé! Ma ho il sospetto che ciò invece valga per una buona parte di essi.
Io ritengo che la vera “messa alla prova” dei nostri scatti sia quella che si fa di persona – magari con una bella stampa su carta – ad esempio ad una lettura portfolio.
Altrimenti si rischia d’essere “leoni” su Facebook, e “co..ioni” nella vita reale!