Berlino: la modernità positiva
<<Berlino, ci son stato con Bonetti, era un po’ triste e molto grande>> cantava l’immortale Lucio Dalla. L’impressione che ho avuto io è piuttosto diversa: grande sì, ma tutt’altro che triste!
E’ una città che anzi mi va a genio. Ovviamente molto moderna: nata dalle macerie, e ricostruita con grande determinazione – nonostante le divisioni della guerra fredda.
Si tratta di una modernità che si mostra non tanto o non solo negli edifici, ma anche nei luoghi rappresentativi e della memoria, molto curati e imponenti – siano essi relativi all’olocausto o al “Muro”.
Anche se restano tracce del passato ingombrante e caotico, al di sopra di tutto emerge questa modernità positiva, coraggiosa, sincera. La voglia di rinascere senza dimenticare… e che non si compiace, non suona mai falsa.
Il tutto diventa poi molto potente,come quando si esprime il proprio sé, senza cercar d’essere altro.
Nelle mie foto (raccolte nella pagina relativa a questo progetto) ho cercato di rendere l’accostamento tra presente e passato, ordine moderno e caos pregresso.
In primis, una fase di scarsa spinta e motivazione personale, legata a questioni non strettamente fotografiche… e che spero vivamente di essermi lasciato dietro le spalle.
Poi, un banale errore in fase di scatto nell’impostazione dell’esposimetro, che ha restituito diversi negativi molto densi: mi hanno fatto un po’ dannare in camera oscura.
Infine, mi sono “impuntato” su un paio di stampe che non venivano come avrei voluto… e vi ho perso dietro piuttosto tempo. Ad esempio questa, dove ho cercato ripetutamente di bruciare il cielo ma senza riuscirvi in modo (almeno per me) soddisfacente:
Nel complesso, sono comunque soddisfatto: sia di Berlino, sia del modo in cui ho cercato di renderle la città o meglio i sentimenti che essa ha suscitato in me.
Le altre foto della serie sono nella pagina relativa al progetto.
(Le immagini sono ottenute da scansioni di stampe ai sali d’argento su carta baritata).