Il principio di Pareto

On 13/01/2014 by Nicola Focci

Il principio di Pareto (dal nome dell’ingegnere ed economista italiano che lo definì) ha lo scopo di stabilire la priorità dei problemi.

Lo si potrebbe definire così:

Anche qualora esistano molte circostanze, solo due o tre di esse contribuiscono alla maggioranza del problema.

E’ un principio molto interessante, perché si può applicare praticamente a tutte le attività umane.

Viene anche detto “prinicipio 80/20” per come fu ripreso e ridefinito dal guru della qualità Joseph M. Juran: l’80% dei problemi nasce dal 20% delle cause.

Nell’industria

A livello industriale, ad esempio, il Principio di Pareto si deve usare per identificare i “contributori vitali” delle non conformità, in modo da concentrarsi sui primi per abbattere la maggior parte delle seconde.

Pareto

Questo grafico riporta la percentuale di non conformità di un prodotto (sull’asse Y) relativa a 4 tipi di difetto del prodotto stesso (sull’asse X), con una linea spezzata che rappresenta la percentuale di non conformità cumulativa (ogni termine riferito al difetto Xn, è la somma delle singole percentuali di difettosità: Yn + Yn-1 + Yn-2 …).

Si può vedere come i tipi di difetto 1, 2 e 3 concorrano insieme a circa il 90% del totale delle non conformità. Conviene quindi concentrarsi sulla risoluzione di questi, tralasciando il tipo 4. E già risolvere i difetti 1 e 2, significa abbattere di oltre il 60% le difettosità!

Per fare un altro ed eclatante esempio industriale ma relativo alle vendite: iPhone e iPad, da soli, contribuiscono al 72% dell’intero fatturato Apple (fonte).

Nella fotografia

Il Principio di Pareto si potrebbe anche riassumere con un assunto di puro buon senso:

Concentriamoci sulle poche cose importanti, ossia quelle che realmente producono frutti.

Visto in quest’ottica, si potrebbe affermare che:

  • Quando siamo in viaggio, è del tutto inutile portare l’intera attrezzatura. Solo il 20% di essa contribuisce all’80% delle nostre fotografie. (Ne avevo già parlato in questo post, “Cosa portare in viaggio?”).
  • Quando siamo di fronte a più progetti fotografici, non dobbiamo intestardirci nel portarli a termine tutti. Solo pochi, infatti, saranno quelli non dispersivi e produttivi.
  • Nella valutazione delle nostre fotografie, vale la pena concentrarsi sugli errori più ricorrenti. Evitando di intestardirsi su altri aspetti magari più facili da gestire e da risolvere, ma scarsamente influenti. Si può tentare di realizzare un grafico a barre come quello più sopra, per avere un quadro più chiaro dei tipi di difetti.
  • Nell’identificazione della nostra nicchia preferenziale (fotografia di architettura, fotografia naturalistica, fotografia concettuale…) è opportuno restringere il campo a due/tre ambiti. E forse sono pure troppi!

Sono solo alcuni spunti… ma sono certo che riuscirete a individuarne molti altri!

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