Rimpianti? Meglio di no
Le cose non cambiano; siamo noi a cambiare.
(Henry David Thoreau)
Sono convinto che il proprio percorso fotografico sia un po’ come la vita.
Ci sono cose, nella nostra vita, di cui andiamo fieri e delle quali siamo soddisfatti.
Altre, invece, avremmo preferito non farle – se non addirittura proviamo rimpianti (o sensi di colpa) per averle fatte.
Ci sono fotografie che mi pento di averle scattate, come ad esempio questa:
Per quanto vi abbia potuto poi costruire sopra una credibile analisi etica, oggi – a distanza di oltre due anni – penso che non avrei semplicemente dovuto scattarla.
Ci sono articoli che forse non avrei dovuto scrivere, perché troppo saccenti o professorali… ed esiste la concreta possibilità che abbiano scatenato la famosa indifferenza distruttiva. In questo blog vorrei davvero metterci “molto più me stesso”, cioè togliermi altri strati e mostrarmi in modo più vero… e certo lo sto facendo adesso!, ma riconosco che spesso rischio di nascondermi dietro alla filosofia ed ai tecnicismi.
E ancora: in passato, ho perso molto tempo dietro al corredo, all’obiettivo, al mercatino dell’usato, ai test MTF, alle specifiche di questa o quella macchina (o pellicola, o rivelatore). Credo d’aver sprecato mesi nella ricerca di una illusoria conferma, spulciando tonnellate di articoli nei forum e nei portali specializzati. Tempo che, ovviamente, sarebbe stato assai più proficuo sul campo… scattando con quello che già avevo.
Ho scritto un libro di tecnica fotografica, e poi in questo blog ho iniziato ad insistere sul fatto che la tecnica non è importante.
Scrivo che vorrei coltivare l’abitudine, e poi trascorro quasi un mese (l’ultimo) senza mettere piede in camera oscura – perché c’è il lavoro, la famiglia, e poi fa troppo freddo, non c’è mai tempo, non ho la spinta…
Sono tutto fuorché una persona coerente… sballottata qua e là…
…coi miei demoni…
…che si nascondono sempre nelle strade apparentemente in discesa.
Beh, vale la pena ripeterlo: così è la vita.
Se siamo quello che siamo – coi nostri difetti ma anche i nostri pregi – lo dobbiamo al nostro vissuto, alle nostre esperienze, e naturalmente ai nostri errori.
Se dunque potessi decidere di sistemare tutti quegli errori ma al prezzo di essere diverso da quello che sono, allora direi di no, direi che rinuncio e mi tengo il “Nicola di adesso”.
Avere rimpianti, ha poco senso!
Se ho fatto quella determinata cosa in quel determinato momento, è perché lo ritenevo giusto. Sarà anche stata una c@xxata, ma in quel momento non lo era, e comunque ha contribuito in qualche modo a rendermi ciò che sono ora: ho comunque imparato qualcosa – sia che sia stato un errore, sia che sia stato ben fatto.
Insomma: dobbiamo avere rispetto per il nostro percorso!, qualunque esso sia stato.
Grazie ad esso, abbiamo non soltanto le cose che non ci piacciono di noi stessi, ma anche e soprattutto quelle che apprezziamo e sono apprezzate.
I rimpianti ci sono sempre e penso sia normale, è fondamentale non dargli troppo peso poichè il rischio è quello di autosabotarsi. Bisogna essere un po’ meno severi con se stessi, accettare le scelte fatte e trarne vantaggio.
Grazie per le tue riflessioni 😉
😉
Caro Nicola, ti confermo che anche io ho preso per B quando dichiaravo di voler andare ad A, e non una sola volta! Quante fotografie avrei voluto fare e non ho fatto e quante ne brucerei seduta stante! Siamo quelli che siamo, molte volte avrei voluto che le cose andassero diversamente ma non è andata cosi e forse, domani con calma ripensandoci, sarò contento che sia andato in altro modo. Non crucciarti troppo, sarà normale trovare scatti che vorremmo non ci appartengono ma anche loro daranno il loro piccolo contributo.
PS: la foto mi sembra una citazione in bn di Martin Parr, non la condannerei senza appello
Grazie di cuore, Domenico!
Io sono “mister paranoia” e spero col tempo di limare un po’ questo mio aspetto caratteriale… anche se a 44 anni è dura! 😉
Troppo buono per la citazione!!
A me, che ho un passato scout, questa riflessione fa venire in mente una frase di Baden Powell: “Chi non ha mai sbagliato non ha mai fatto nulla” 😉
A parte questo, penso che un po’ di “paranoia” sia salutare (almeno, non so per te, ma sicuramente per la tua progessione fotografica 😉 ) soprattutto se non è bloccante, ma uno stimolo alla continua verifica e ricerca.
Quasi che ti invidio, io so essere critico nei miei confronti, ma fin troppo sereno nel vedere i difetti e spesso, un po’ per mancanza di tempo, ma forse più per pigrizia, non sono reattivo come vorrei nello sperimentare e nel mettere in pratica le buone intenzioni (es. il blog)
“Soprattutto se non è bloccante”: direi che il punto è proprio qui!
Come al solito, l’hai centrato in pieno.
E parli di “serenità”, altro aspetto molto importante…
Del resto, poi, ci siamo detti più volte che anche i “maestri” hanno cominciato come amatori. La severità del giudizio, almeno nel mio caso, a volte è dettata proprio da un confronto. L’altra sera guardavo “Arancia meccanica” e pensavo – non senza sconforto – che Kubrick aveva la mia età quando lo girò! 🙁
Però, sicuramente, anche lui ha fatto schifezze. Anche lui era umano.
L’altro giorno leggevo un saggio che criticava il concetto della “fortuna del principiante”, affermando che i principianti sfortunati non continuano a giocare ed escono dal campione di misura: ci resta solo il parere di quelli che ce l’hanno fatta… e la nostra percezione risulta distorta.
Per questo credo che sia importante, nel voltarsi indietro, valutare anche le cose “ben fatte” oltre ai rimpianti.
Grazie del passaggio come sempre molto acuto, Stefano! 😉
Ciao Nicola, mi ha dato molto conforto leggere questo post. Hai davvero un bel sito ed è un piacere essere approdata qui per la prima volta. Spero di diventare così saggia con un po’ di anni e foto in più sulle spalle 😉
Grazie per queste belle parole!
La saggezza temo sia come la perfezione, della quale Salvador Dalì diceva che non dobbiamo preoccuparcene perché tanto non la raggiungeremo mai! 😉